Il Parlamento europeo ha approvando con 374 voti a favore, 208 contrari e 38 astensioni la risoluzione presentata da Socialisti e Democratici, Alda, Verdi/Ale e Sinistra europea che critica la decisione di aprire discariche in aree protette e ribadisce che «
L'Italia deve rispettare la legislazione comunitaria sulla gestione dei rifiuti urbani senza ritardi, migliorare la trasparenza delle procedure per contrastare il coinvolgimento del crimine organizzato e ricostruire uno stato di fiducia con le popolazioni locali».
Per la maggioranza del Parlamento europeo «I progressi compiuti fin'ora nella riduzione dei rifiuti e nel riciclaggio sono "minimi"» e quindi l'Europa chiede al governo italiano «Di assicurare il rispetto delle regole comunitarie entro i termini di osservanza stabiliti dalla Commissione, la quale dovrebbe monitorare gli sviluppi della situazione e, nel caso fosse necessario, imporre sanzioni pecuniarie per assicurare che le autorità campane ottemperino ai propri doveri».
I fondi strutturali bloccati dalla Commissione europea saranno liberati «Non appena il piano della gestione dei rifiuti sarà effettivamente conforme alle norme Ue».
Una nota del Parlamento europeo ricorda che «Attualmente, un piano di gestione dei rifiuti presentato dalle autorità italiane è sotto l'esame della Commissione che ne sta verificando la conformità al diritto comunitario, in particolare per la questione della gerarchia del trattamento e la sicurezza delle discariche».
Gli eurodeputati sono preoccupati anche per il ruolo svolto dalla criminalità organizzata che approfitta della mancanza di trasparenza nel ciclo dei rifiuti (oltre che della carenza degli impianti e di una legislazione che complica la vita anche a chi vuole rispettare la legge alla virgola..., ndr) ed evidenziano che le misure straordinarie del governo italiano «Per derogare alle regole sulle valutazioni d'impatto ambientale e sugli appalti pubblici per nominare commissari straordinari per prendere decisioni senza consultare o informare le autorità locali sono considerate da gran parte della popolazione come parte del problema, per l'insita mancanza di trasparenza e di vigilanza istituzionale. Ciò ha facilitato una maggiore presenza della criminalità organizzata. Tali misure d'emergenza sono state tuttavia cancellate dal governo italiano nel dicembre del 2009, restituendo cosi alle autorità locali i poteri di gestione dei rifiuti».
Gli europarlamentari stigmatizzano anche la decisione di aprire discariche in aree protette all'interno del Parco nazionale del Vesuvio, come a Terzigno, e si oppongono anche a un suo eventuale allargamento, sottolineando anche «Il sostegno alla decisione di non aprire una seconda discarica a Terzigno, nel sito di Cava Vitiello».
Secondo il Parlamento europeo «Le autorità italiane non hanno mostrato sufficiente attenzione alle proteste contro la localizzazione dei siti di raccolta e di smaltimento», per questo gli eurodeputati chiedono di «Ricostruire un clima di fiducia dialogando e coinvolgendo le popolazioni locali».
Per Margrete Auken, deputata europea e componente della delegazione della commissione petizioni che si é recata in Campania lo scorso aprile e Monica Frassoni, Presidente del Partito Verde europeo che ha visitato in molteplici occasioni le zone più toccate dal disastro dei rifiuti, «Questa risoluzione é innanzitutto il riconoscimento di quello che molti cittadini, gli ambientalisti e i Verdi europei dicono da anni : l'emergenza rifiuti non si risolve puntando tutto sull'incenerimento e discariche spesso mal fatte, violando sistematicamente le leggi e chiamando l'esercito a reprimere l'opposizione dei cittadini alla devastazione del loro territorio. L'unica soluzione é quella di prevedere un ciclo che dia la priorità a impianti e finanziamenti sufficienti per la riduzione dei rifiuti, l'organizzazione del riciclaggio e della raccolta differenziata e l'avvio di una seria azione di bonifica dei moltissimi siti contaminati, Chiaiano, Acerra, Cava Sari tra gli altri. Purtroppo, sembra che le autorità italiane non l'abbiano ancora capito. Eppure, come ben dimostra l'azione del Wwf, é perfettamente possibile organizzare anche a Napoli un efficiente sistema di gestione dei rifiuti. In Campania, con la scusa dell'emergenza si sono violate tutte le normative europee e nazionali, dalla valutazione di impatto ambientale, alle norme di sicurezza sulle discariche e gli inceneritori, agli obblighi di informazione dei cittadini e al loro diritto alla salute ; si sono sprecati fiumi di denaro pubblico e non si é risolto nulla. E' questa situazione che ha permesso che la gestione dei rifiuti diventasse un affare milionario per la camorra e per un'amministrazione corrotta».
I Verdi europei sottolineano che «A un anno dalla condanna della Corte di Giustizia, non esiste ancora un piano di gestione dei rifiuti approvato e pubblico. Il PE chiede perciò alla Commissione europea di rendere nota la bozza inviata dal governo italiano e di cui nessuno sa nulla e di reagire rapidamente con una nuova procedura di infrazione secondo l'art. 260 se questa situazione di stallo dovesse continuare. I recenti arresti e le responsabilità accertate del Commissario Bertolaso e del suo staff dimostrano anche che la Commissione aveva visto giusto quando nel 2007 aveva deciso di sospendere l'erogazione di fondi europei alla Campania».
La Auken e la Frassoni concludono. «
Noi vogliamo che l'Unione europea contribuisca finanziariamente a risolvere l'eterna emergenza rifiuti in Campania e i fondi siano sbloccati, ma siamo assolutamente convinte che prima sia necessario l'impegno concreto e verificabile da parte delle autorità uscire dalla logica ancora oggi prevalente inceneritori-discariche e avviare una seria azione di bonifica e di riorganizzazione completa della gestione dei rifiuti ; e i cittadini devono essere informati e coinvolti, perché é con loro e non contro di loro che anche la provincia di Napoli potrà superare questa avvilente situazione. Siamo consapevoli della fiducia che i cittadini campani ripongono nel Parlamento e nella Commissione europee, che sono emerse come l'unico spazio istituzionale di ascolto delle loro istanze e continueremo a seguire da vicino gli sviluppi della situazione. Questa é la dimostrazione che l'Europa può essere utile e vicina ai suoi cittadini»
Fonte:
greenreport